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Tutto ciò che ruota intorno al mondo dei trasporti

Il futuro dei trasporti nei nuovi scenari globali

Da In News Il 2022-12-09



Andrea Appetecchia
Matteo Codognotto
Franco Fenoglio
Luigi Legnani

Mai come in questo periodo il mondo dei trasporti è sotto pressione, accerchiato dalla convergenza di problemi di natura molto diversa: politica internazionale, mercato del lavoro, situazione sanitaria, accesso alle fonti di energia.

Quali sono dunque i principali effetti sul mondo dei trasporti derivanti dai cambiamenti geo-politici e geo-economici globali? Quali i termini reali dei vari problemi e le possibili soluzioni?

“Al momento – risponde Andrea Appetecchia, Responsabile dell’Osservatorio Logistica e Trasporto merci di ISFORT – anche gli osservatori più attenti e informati non sono in grado di formulare previsioni attendibili. Siamo in una situazione di estrema incertezza: ciò che fino a ieri era considerato ovvio, come il libero scambio di merci tra paesi, oggi è in discussione. Quindi, più che di effetti dei cambiamenti, dovremmo parlare degli impatti provocati da questo clima di incertezza. Nel mondo dei trasporti la manifestazione più evidente è la scarsa disponibilità di fonti energetiche e di materie prime, visto lo straordinario aumento dei prezzi che ne è conseguito”.

“In effetti – concorda Franco Fenoglio, Consigliere di Amministrazione Italferr -, c’è molta confusione. La situazione è in divenire, quasi sospesa, e prevedo che nel medio periodo registreremo cambiamenti importanti e profondi, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione del settore. In particolare, dobbiamo considerare un dato di fatto: il sistema dei trasporti italiano è l’anello debole del sistema europeo. Siamo un paese geograficamente periferico rispetto al continente e, per questo motivo, destinati a patire più degli altri. Un po’, va detto, la colpa è anche nostra: con un misto di incoscienza e superficialità abbiamo sottovalutato i problemi di base. In particolare, il trasporto su gomma è stato tartassato, mai ristrutturato, frammentato. Così, oggi, ci troviamo ad avere tante piccole aziende che non riescono a fare propriamente logistica. Al massimo, possono fare vezione”.

L’impatto del conflitto ucraino

“A livello di sistema – conferma Luigi Legnani, Presidente Fercargo – ci stavamo muovendo nel solco delle scelte strategiche europee, in un contesto di globalizzazione senza vincoli particolari per l’approvvigionamento di fonti energetiche. Con la guerra è cambiato tutto perché per le imprese di trasporto il problema dell’energia è divenuto improvvisamente drammatico. E questo riguarda anche le ferrovie, che sono tra i sistemi di trasporto più energivori, anche se non sono classificati come tali. Ora si sta facendo pressione per avere adeguati sostegni”.

Un cambio di contesto destinato a ripercuotersi anche sul mercato dei servizi che logistica e trasporti devono gestire. “Soprattutto per quei comparti, come agricoltura e siderurgia, che convergevano in misura rilevante i Paesi dell’Est”, specifica Legnani.

Le aree più problematiche

Secondo Matteo Codognotto, Direttore Innovazione e Marketing dell’omonimo Gruppo con sede a Treviso e attivo su scala internazionale, con sedi operative in gran parte d’Europa, Asia e Medio Oriente, il problema si articola in tre segmenti: “In primo luogo, la crisi ha fatto sì che sia venuto a mancare il personale viaggiante: molti autisti ucraini, una volta tornati in patria, a causa della guerra non sono più potuti uscire. Ora si sta lavorando ad accordi bilaterali soprattutto con la Polonia per fare in modo che ottengano i visti per uscire dal paese: la questione è complessa e di non facile soluzione, anche perché già in precedenza si sentiva la mancanza di autisti”.

Un altro problema è la difficoltà di gestire l’aumento dei costi in un settore che ha una marginalità molto bassa (mediamente il 3%). Un problema che riguarda soprattutto le aziende che non sono sufficientemente ben strutturate e ben organizzate da ribaltare i costi sulla committenza: “Non poche aziende trasportistiche – spiega Codognotto – sono state costrette a uscire dal mercato, anche perché hanno difficoltà ad accedere al credito”.

Infine, terzo elemento dello scenario è il trasporto intermodale: “Anche grazie ai fondi comunitari l’Europa sta sensibilmente investendo nel settore ferroviario e questo fa sì che la rete sia attualmente intasata di cantieri che riducono la velocità media, provocando ritardi sensibili o addirittura annullamenti di convogli. Certo, si tratta di una situazione a termine, transitoria, ma si parla, come data di fine lavori, del 2026 se non del 2027. Si può quindi ben capire come questo renda difficile la gestione: noi, per esempio, abbiamo la possibilità di far partire nuovi traffici ma incontriamo difficoltà a ottenere tratte, oltre che trovare i terminali intasati. In pratica lavoriamo al 50-60% del nostro potenziale”.

Giorgio Vizioli

Estratto dell’articolo pubblicato completo sul numero di Novembre 2022 de Il Giornale della Logistica

L’articolo Il futuro dei trasporti nei nuovi scenari globali sembra essere il primo su Il Giornale delle Logistica.



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